ll Maestro che promise il Mare è un film di genere drammatico, biografico del 2024, diretto da Patricia Font, con Enric Auquer e Laia Costa. Durata 105 minuti.
Il Maestro che promise il Mare, il film diretto da Patricia Font, racconta due storie ambientate in epoche diverse.
Nel 1934, Antoni Benaiges (Enric Auquer), un insegnante catalano, si trasferisce in un piccolo villaggio vicino Burgos, una città castigliana nel nord della Spagna. Gli viene assegnata una classe elementare in una piccola scuola tradizionalista. Benaiges decide di rivoluzionare il metodo d’insegnamento applicandone uno da poco introdotto in Francia dal pedagogista Célestin Freinet.
È un metodo moderno che mette al centro i bisogni dell’alunno. Il suo operato si interrompe bruscamente quando nel 1936, Antoni Benaiges viene assassinato durante la guerra civile spagnola.
La seconda storia, che si intreccia con quella di Benaiges, è ambientata ai giorni nostri e vede protagonista Ariadna (Laia Costa), una giovane donna che decide di esaudire il desiderio di suo nonno cercando i resti del bisnonno ucciso in guerra e sepolto in una fossa comune.
Ma Ma – Tutto andrà bene è un film di genere drammatico del 2015, diretto da Julio Medem, con Penélope Cruz e Silvia Abascal. Durata 111 minuti
Magda è un’insegnante che ha da poco perso il lavoro e a cui viene diagnosticato per ben due volte un cancro al seno. La prima volta il cancro è curabile, la seconda il verdetto non lascia scampo: il cancro è tornato e non è più curabile. La vicenda si svolge nella crisi economica e nell’anno in cui la Spagna è Campione d’Europa. Magda decide di affrontare la sua situazione con più leggerezza possibile, traendo la propria forza dai suoi affetti più cari: il figlio di 10 anni che è considerato una promessa del calcio, un ginecologo che ama cantare e un uomo – che ha perso da poco la moglie e la figlia – che entra improvvisamente a fare parte della vita della donna. Magda crede fermamente nella filosofia del “qui e ora”, non ha importanza cosa potrebbe trovare ad attenderla in un aldilà, Magda è decisa a vivere la sua vita con tutta la gioia possibile, e questo suo atteggiamento finisce per contagiare anche chi le sta vicino. Magda decide di sfidare apertamente il suo destino quando scopre di essere incinta nonostante le restino pochi mesi di vita da vivere.
Evento organizzato con l’associazione Valbossa in rosa con patrocinio del comune di Travedona Monate
Campo di Battaglia è un film di genere drammatico del 2024, diretto da Gianni Amelio, con Alessandro Borghi e Gabriel Montesi. Durata 104 minuti.
Campo di Battaglia è ambientato sul finire della Prima Guerra Mondiale. Due ufficiali medici, amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. Molti di loro però si sono procurati da soli le ferite, sono dei simulatori, che farebbero di tutto per non tornare a combattere.
Stefano (Gabriel Montesi), di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro.
Giulio (Alessandro Borghi), apparentemente più comprensivo e tollerante, non si trova a proprio agio alla vista del sangue, è più portato verso la ricerca, avrebbe voluto diventare un biologo.
Anna (Federica Rosellini), amica di entrambi dai tempi dell’università, sconta il fatto di essere donna. A quei tempi, senza una famiglia influente alle spalle, era difficile arrivare a una laurea in medicina. Ma lei affronta con grinta un lavoro duro e volontario alla Croce Rossa.
Qualcosa di strano accade intanto tra i malati: molti si aggravano misteriosamente. Forse c’è qualcuno che provoca di proposito delle complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi, anche mutilati, purché non tornino in battaglia.
C’è dunque un sabotatore dentro l’ospedale, di cui Anna è la prima a sospettare.
Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più delle armi nemiche. E presto contagia anche la popolazione civile…
Un lavoro corale che nasce dalla volontà di ricostruire un’epoca storica in un territorio “particolare” tra Ossola e Vallese. Una vicenda che comincia alla fine del 1700 e termina nei primi anni ’70 del 1900, raccontata dalle testimonianze degli ultimi spalloni ossolani, dai finanzieri, da guardie confinarie Svizzere e storici del territorio, sia Italiani che Svizzeri. Il documentario ha quindi una radice storica ma è anche un’occasione per viaggiare tra le alte Valli in Ossola e Vallese.
Evento in collaborazione con il CAI di Varano
Ridotto CAI 5€